The names of trees

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[Stati Uniti, 2018, 4']
The names of trees
Le immagini di decadimento e rigenerazione fotografate utilizzando una videocamera il cui sensore è stato modificato per la fotografia a infrarossi creano un mondo post apocalittico, stranamente accattivante, ma disconnesso. Una serie affascinante di paesaggi rurali e urbani in gran parte deserti concretizza i ricordi agrodolci di un amore perduto nel film di Pamela Falkenberg e Jack Cochran sulla poesia di Lucy English, “I nomi degli alberi”, parte del loro progetto cinematografico Book of Hours, una raccolta poetica da poco pubblicata anche in formato cartaceo. Accolto da più di trenta festival in quindici paesi diversi e più volte nominato come miglior poesia visiva e miglior film sperimentale, è un’opera sorprendentemente edificante, incredibilmente bella e profondamente misteriosa. Vincitore del Lois Weber Pioneer Award 2020 al Queens World Film Festival 2020.
[I Registi]
John C. Cochran, Pamela Falkenberg

Più di cinque anni fa, Jack Cochran e Pamela Falkenberg si sono riuniti e hanno ripreso a fare film personali insieme sotto il nome di Outlier Moving Pictures. Mirano a evitare i soliti schemi e ad avvicinarsi ai loro argomenti dai margini. Pam e Jack si sono conosciuti alla scuola di specializzazione e hanno girato insieme dei film quando erano giovani. Nel corso degli anni, Jack è diventato un direttore della fotografia professionista lavorando a Los Angeles e Londra, mentre Pam è rimasta nel Midwest, dove era una professoressa universitaria e regista indipendente prima di abbandonare gli studi per lavorare in visual display. Il loro processo di lavoro dipende dal progetto e rimane aperto alla sperimentazione, quindi il loro corpo di lavoro è alquanto disparato e difficile da classificare. I loro interessi eclettici includono collage, filmati trovati e riproposizione; il saggio cinematografico e la poesia cinematografica; tecniche di acquisizione di immagini e post-produzione che rivelano ciò che non può essere visto con gli occhi da soli (ad esempio, velocità dell’otturatore elevate, telecamere in movimento, fotografia a infrarossi, schermo verde e stratificazione digitale); i paesaggi e il modo in cui gli esseri umani li segnano; diritti umani / giustizia sociale; e il melodramma postmoderno.